NGC 6818, nota anche come “Little Gem”, è una piccola nebulosa planetaria posta nella costellazione del Sagittario: distante dalla Terra circa sei mila anni luce, essa brilla di magnitudine 9,3. A scoprirla fu il grande William Herschel nel 1787.
La categoria delle nebulose planetarie deve il suo nome proprio al grande astronomo britannico il quale, osservandole tramite il proprio telescopio, le interpretò come sistemi planetari in formazione. Ovviamente oggi sappiamo non essere nulla di simile: esse rappresentano lo stadio finale della vita di una stella di piccola massa, non sufficiente per concludere la propria esistenza con una spettacolare esplosione di supernova. Ve ne sono migliaia in cielo, nella nostra Galassia e la bellezza e il fascino di questa tipologia di oggetti deriva anche dal fatto che ognuno di essi è unico per caratteristiche e morfologia, dunque meritevole di essere osservato o, come in questo caso, fotografato.
William Herschel descrisse NGC 6818 come “simile al disco di un pianeta, con quattro satelliti che gli girano attorno” e, come vedremo, l’impressione che ne scaturisce osservandola al telescopio è molto simile a quella descritta dal grande astronomo inglese.
L’immagine di cui sopra deriva dalla combinazione “sigma clipping” di nove immagini da 120 secondi ciascuna, non filtrate, ottenute in remoto mediante l’unità robotica Tenagra III (“Pearl”) da 16″-f/3.75, parte del Tenagra Observatories in Arizona. La camera CCD è basata sul sensore KAF-16801. La scala risultante è di 1.2″/pixel.
Chi scrive, ha avuto modo di osservare e apprezzare NGC 6818 nel proprio Dobson 16″, descrivendola così: “Pur essendo in un campo piuttosto povero di stelle luminose, aiutandomi con le cartine, riesco a rintracciarla subito. A sessantacinque ingrandimenti, essa appare come un piccolo anellino di fumo, immerso in un bel campo stellare. Ma è salendo progressivamente di potere, fino a ben trecentosessantacinque ingrandimenti, che l’oggetto da il meglio di se, mostrando chiaramente la sua forma ad anello, piuttosto uniforme, ma lievemente ellittica. Noto chiaramente tre dei quattro “satelliti”, che in realtà sono ovviamente stelline di campo di magnitudine 15. A tratti mi sembra di scorgere anche la quarta “luna” di questo fantomatico “pianeta”, descritto da molti osservatori anche come “un piccolo marte verde”. Decisamente intrigante, inoltre, l’idea di assistere in anteprima, e in prima fila, a quella che sarà la fine della nostra stella, il Sole, tra qualche miliardo di anni.”
Concludo l’osservazione, con un vivido apprezzamento verso NGC 6818: “Una visione davvero stupenda ed emozionante; a trecentosessantacinque ingrandimenti, la planetaria si mantiene molto luminosa e diviene di dimensioni ragguardevoli, tali da consentire di apprezzarne meglio la struttura ad anello. Ora la scorgo chiaramente di colore verdognolo”, pensando come il soprannome di “Green Mars Nebula”, appaia decisamente azzeccato.
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