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La cometa 174P/Echeclus, ripresa il 21 gennaio 2018

Cometa 174P/Echeclus post-outburst: evoluzione (21 Gennaio & 15 Febbraio 2018)

La cometa 174P/Echeclus è stata protagonista di un outburst, all’inizio dello scorso mese di dicembre 2017. Di recente, siamo riusciti a riprenderla di nuovo, riscontrando che una debole chioma è ancora visibile. Di seguito vi presentiamo le nostre immagini.

La cometa 174P/Echeclus, ripresa il 21 gennaio 2018
La cometa 174P/Echeclus, ripresa il 21 gennaio 2018

L’immagine qui sopra deriva dalla media di sei esposizioni da 300 secondi, ottenute in remoto con l’unità robotica “Elena” (PlaneWave 17″+Paramount ME+SBIG STL-6303E), disponibile presso il Virtual Telescope. Una debole chioma è facilmente visibile intorno al falso nucleo, mentre un mese prima si presentava decisamente più luminosa e più piccola.

Poche settimane dopo, mentre il cielo non era proprio perfetto, abbiamo utilizzato lo stesso telescopio di sopra per riprendere nuovamente questo intrigante oggetto. Dopo aver ridotto e sommato le riprese CCD acquisite, abbiamo ottenuto l’immagine seguente:

La cometa 174P/Echeclus, ripresa il 15 febbraio 2018
La cometa 174P/Echeclus, ripresa il 15 febbraio 2018

 

L’immagine deriva dalla media di 12 esposizioni da 300 secondi, ottenute in remoto con l’unità robotica “Elena” (PlatetWave 17”+Paramount ME+SBIG STL6303E) disponibile presso il Virtual Telescope. La chioma è significativamente più debole rispetto alle nostre osservazioni di gennaio, mostrando però una forma simile. Il cielo non era molto buono, quest’inverno è stato spesso nuvoloso nel nostro sito in Italia.

La Cometa 174P/Echeclus è stata scoperta nel 2000, quando mostrava un aspetto stellare e fu classificata come Centauro (con numerazione 60558), ma nel dicembre 2015 essa ha mostrato chiare caratteristiche cometarie. Nel settembre 2016 è stata avvistata in outburst e abbiamo potuto seguirla per alcune settimane.

Abbiamo osservato frequentemente quest’oggetto, dal quando esso è tornato in outburst lo scorso mese di Dicembre 2017, dall’Italia e dall’Arizona, grazie alla nostra partnership con il Tenegra Observatories.

Questo lavoro è parte di questa cooperazione ed abbiamo in programma di presentare tutte le immagini al più presto.

Traduzione di Andrea Curzi

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