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La nebulosa planetaria Messier 76

Messier 76, la “piccola Dumbbell”, affascinante nebulosa planetaria

La nebulosa planetaria Messier 76 (M 76), nota anche come NGC 650/651, è uno degli oggetti più studiati della sua categoria, rappresentando un oggetto di notevole appeal per l’osservatore. Ma a dispetto della sua fama, non è di facilissima osservazione.

La nebulosa planetaria Messier 76
La nebulosa planetaria Messier 76

L’immagine di cui sopra deriva dalla combinazione “sigma clipping” di 13 immagini da 180 secondi ciascuna, non filtrate, ottenute in remoto mediante l’unità robotica Tenagra III (“Pearl”) da 16″-f/3.75, parte del Tenagra Observatories in Arizona. La camera CCD è basata sul sensore KAF-16801. La scala risultante è di 1.2″/pixel.

M76 è posizionata nella parte orientale della costellazione di Pegaso, vicino al bordo di Andromeda. Facile da trovare perchè è localizzata appena a sud della W di Cassiopea ed all’incirca un grado nord-nord-ovest della stella Alseiph, Phi Persei di magnitudine 4.0.

Carta celeste con Messier 76
Carta celeste con Messier 76

Come tutte le nebulose planetarie, la distanza è poco conosciuta, stimata tra 1.700 e 15.000 anni luce. Ha una magnitude apparente di 10.1. E’ stata designata anche come NGC 650/1 perché una volta si credeva che fosse composta da due nebulose ad emissione.

La piccola Dumbbell Nebula è stata scoperta dall’astronomo francese Pierre Méchain il 5 settembre 1780. Messier la includeva nel suo catalogo il 21 ottobre. L’astrofotografo principiante Isaac Roberts scoprì che era formata da una sola nebulosa e in primo luogo sospettava che potesse essere un largo anello. Solo nel 1918, per la prima volta, Heber D. Curtis la classificò come una nebulosa planetaria.

Essa occupa apparentemente un’area di 2.7 x1.8 minuti d’arco quadrati, che corrisponde (assumendo le recenti stime di distanza di circa 2500 anni luce) ad un diametro reale di circa 1.23 anni luce. La grandezza della nebulosa e luminosità la rendono uno degli oggetti Messier più difficili da osservare.

Grandi binocoli e piccoli telescopi mostrano M76 come un diffuso punto di luce. Essa mostra maggiori dettagli se osservata attraverso telescopi di diametro medio-grande. Un 20 cm rileva i suoi due lobi e la “corsia” che li separa, mentre aperture superiori mostrano la struttura di entrambi i lobi nebulari e l’evanescente alone  che li circonda. Il miglior periodo per l’osservare la “Piccola Dumbbell” va da Ottbre a Dicembre.

La piccola Dumbbell Nebula si è formata nelle fasi finali della vita di una stella simile al Sole, che ha rilasciato gli inviluppi più esterni della propria struttura, nella fase di gigante rossa. Il materiale espulso viene eccitato dalla radiazione dell’oggetto rimanente al centro, che dunque riemette energia e luce.

M76 è classificata come una nebulosa planetaria bipolare (BPNe). La stella centrale,  HD 10346, ha una magnitudine visuale di 15.9 e la temperature di circa 60000 K. M76 è anche conoscuta per avere nel centro due stelle, non una. La nebulosa stessa ha una temperatura superficiale di 88400 K e si avvicina  a noi alla velocità di circa 19.1 km/s. Le sue nubi si stanno espandendo ad una velocità di 42 km/s. Le nubi si disperderanno nei prossimi 1000 anni e la nana bianca centrale finirà per raffreddarsi definitivamente.

Una bella sfida riprenderla ma che può regalare belle soddisfazioni, Un piccolo gioiello dalla struttura che richiama nel suo aspetto e nella sua evoluzione l’altrettanto affascinante nebulosa “occhio di gatto”.

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